Non puoi fare questo

Cerco di immaginare i suoi amici. Quelli che erano con lui e che certamente hanno sfoderato lo sghignazzo d’ordinanza, sia per il gesto eroico (toccare il culo a una persona che sta lavorando) sia per il clamore che ne è seguito (la tv! I tg! Chi se ne frega se sei famoso perché tutti stanno dicendo che sei il più idiota del mondo, intanto sei famoso, ce lo hanno insegnato trent’anni almeno di tv inutile).

 

Cerco di immaginare la sua compagna, se ne ha una. Ma è talmente simpatico che certamente avrà successo con le donne. E magari con le donne che gli girano intorno ha anche atteggiamenti normali, decenti diciamo. O forse le donne che gli girano intorno hanno margini di tolleranza molto ampi. Resta il fatto che se scopri che tuo marito o il tuo compagno sta facendo il giro dei tg in un video in cui tocca il culo a una che sta lavorando, magari la tolleranza ti finisce. Magari pensi, per la prima o per la centesima volta: “perché mi accompagno con questo tizio”?

 

Spero che non abbia una figlia e se ce l’ha che non sia troppo giovane. Spero che a sua figlia non sia mai successo quello che lui ha appena fatto succedere a un’altra, perché è già abbastanza disgustoso come ti senti quando ti succede, senza aggiungerci il pensiero di tuo padre che fa la stessa cosa a un’altra.

 

A me è successo. Avevo 12-13 anni, camminavo in una via della mia città. Via Piave, si chiama. E’ una via del centro, completamente innocua. Era un pomeriggio caldissimo e io ero poco oltre la metà della via, sulla destra, disciplinata e attenta come potevano esserlo le ragazzine che camminavano da sole, negli anni Settanta, quando le isole pedonali non esistevano e le automobili erano più prepotenti di oggi. Indossavo una salopette (pantaloni lunghi con pettorina e bretelle, per chi non fosse pratico) di tela di cotone verde oliva, e una maglietta con maniche corte, non ricordo il colore. Ero tranquilla perché non c’era rumore di macchine, non stavo rischiando nulla e pensavo agli affari miei mentre continuavo a camminare. Ho sentito arrivare una bicicletta, ruote che vanno veloci in discesa, senza aiuto dei pedali, in un pomeriggio torrido: è il rumore dell’estate. Non mi sono preoccupata. Le biciclette non sono pericolose, nemmeno se ti arrivano alle spalle. Ma con un gesto atletico di un certo valore, il ciclista quando mi passa vicino si sporge e mi dà una invadente, veloce, violenta e inattesa palpata alla chiappa sinistra. È un secondo: di spavento, di dolore fisico, di rabbia e mentre cerco di capire cosa è successo, la bici sparisce a destra in fondo alla via e io resto ferma sotto il sole, la strada è di nuovo deserta e io sono sola. Ricordo solo che era un ragazzo, grande e grosso, non ha detto nulla, non ha né riso né gridato. Solo il rumore della bicicletta e poi quella specie di pizzicotto a mano piena, tutto nel più totale silenzio. Mi veniva un po’ da piangere, mentre dicevo a me stessa che dai, in fondo era solo un cretino qualsiasi e non era successo nulla. Mi tremavano le mani, ma la salopette aveva tasche capienti.

 

“Non puoi fare questo”.

Era la cosa da dire. Ma io non sarei mai riuscita a dirla. Non sono riuscita nemmeno a pensarla, fino ad oggi, e per questo forse l’ho trovata straordinaria.

Non conosco Greta Beccaglia, non so se quel sangue freddo l’accompagna sempre (in questo caso le consiglio di avviare un’attività parallela come giocatrice di poker, spia industriale, domatrice di coccodrilli, veda lei, ma è un talento che non va sprecato) o se è stato il risultato di un corto circuito di istinti in contraddizione tra loro (sono in diretta e devo andare avanti; lo rincorro e lo pesto; spacco microfono e telecamera e me ne vado).

So però che il messaggio che lei ha mandato, con quella faccia sconsolata e scandalizzata al tempo stesso, con quel tono esasperato e sorpreso (perché l’idiozia continua a sorprenderci, non si sa come mai), con quello sguardo furibondo che faceva a pugni con la voce calma, è stato un messaggio potentissimo. Non puoi. Non potete. Non potete toccarci quando vi pare, né per goliardia né per stizza, né se la vostra squadra ha perso né se ha vinto. Non potete essere così cretini, non potete. Banalmente, non potete. Forse non capite nemmeno bene perché, ma non importa. Fatevi un appunto: non potete.

Mi viene da immaginare una rivolta femminista nella quale le donne di Ancona (giovani, vecchie, belle, brutte, simpatiche, antipatiche, laide o fascinose, profumate o puzzolenti non importa: tutte) ogni volta che incontreranno quel gentiluomo proveranno a strizzargli amichevolmente le palle, o il culo o i capezzoli. Per sei mesi, diciamo. Magari capisce.

Torno a pensare alla comunità che circonda quel quarantacinquenne che ovviamente ha presentato le sue scuse, mandando la Beccaglia, se possibile, ancora più in bestia, giustamente. Mi chiedo se ha una madre vivente che gli ha detto che è un idiota o che proverà a difenderlo dicendo che tutta questa storia è un’esagerazione. Magari dirà che è stata una ragazzata, come lo ha detto il padre del sedicenne che ha rifilato quattro coltellate (sicché, direi, sono almeno quattro ragazzate) al carabiniere che gli ha impedito di rapinare una farmacia.

Ma poi penso che madri, figlie, compagne o sorelle, se anche si vergogneranno di lui, poi in qualche modo se la caveranno.

Quello che mi viene da sperare, invece, è che questo signore non abbia un figlio maschio.

O magari sì. Un figlio che gli dica: Sai papà, questo non lo puoi fare.

 

 

 

 

 

Una risposta a “Non puoi fare questo”

  1. Claudia Scarparo dice: Rispondi

    Come al solito si legge che il tifoso si è profuso in scuse e in frasi del tipo “Non so cosa mi è passato per la testa… non è mia abitudine … è stato un raptus”
    Secondo me, caro tifoso, per toccare il sedere a una giornalista collegata in tv, bisogna essere abituati a camminare guardando a livello basso, in cerca del palpeggio facile. Se proprio volevi fare una “goliardata”, potevi limitarti al fanciullesco salutino ai telespettatori da dietro le spalle della cronista.

    Grazie Cinzia per aver messo in risalto il dignitoso atteggiamento di Greta Beccaglia.

Lascia un commento